Scacchi

Per giocare a scacchi è necessario capire la mente dell’avversario
Alexander Alekhine

Per giocare a scacchi è necessario capire la mente dell’avversario
Alexander Alekhine

Descrizione

Gli scacchi sono notoriamente uno gioco individuale ma esistono anche le competizioni a squadre (formate in genere da 4 persone) dove ciascun giocatore incontra un avversario e il suo punteggio viene accumulato a quello degli altri giocatori che compongono la squadra.            
 Gli allenamenti e le gare ufficiali di scacchi vengono svolti al chiuso perché le condizioni atmosferiche possono essere un disturbo per il giocatore. All’aperto (es. nelle piazze) si fanno solamente delle esibizioni dove per esempio un maestro sfida simultaneamente 50 o 100 avversari.

parola chiave

Sport della mente

“Perché tutte le prodezze fisiche e i virtuosismi che si osservano visibilmente negli altri sport, si verificano all’interno della mente dello scacchista”
Paulesu S.

Cosa sviluppa?

Capacità motorie

  • Capacità di orientamento spazio temporale: “Tutte le azioni che si fanno all’interno della scacchiera sono azioni di orientamento spazio temporale che prima vengono immaginate nella mente e poi trasferite nel gioco. In altre parole, un giocatore prima sposta mentalmente gli scacchi e li orienta spazialmente in funzione del gioco che si aspetta e poi muove.” Paulesu S.
  • Capacità di reazione: “Negli scacchi l’avversario fa una mossa con l’obiettivo di mettermi in difficoltà per vincere. Io a quel punto dovrò essere in grado di reagire alla sua mossa mettendolo a mia volta in difficoltà. Questa capacità di reazione è fondamentale negli scacchi perché mi permette di rispondere nel modo più adeguato possibile avendo come scopo la vittoria sull’altro.” Paulesu S. 
  • Capacità di resistenza: Negli scacchi non è solo necessaria una resistenza mentale (dove bisogna mantenere alta la concentrazione) ma anche fisica. “Per ciò che riguarda quella fisica, sono stati fatti degli studi che hanno dimostrato che durante una partita si dimagrisca perché il dispendio mentale di quest’ultima (che può durare anche 4 ore) provoca a un elevato dispendio di energie fisiche.” Paulesu S.
  • Capacità di velocità: “Quando parlo di velocità mi riferisco sia alle partite rapide (dove gli avversari hanno rispettivamente un minuto a testa per giocare) sia a quelle più lunghe che possono avere un epilogo di “zeitnot” in cui i giocatori devono concludere in pochi secondi.” Paulesu S.

altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)

  • Creatività: Gli scacchi sono un gioco molto logico e tecnico ma alla fine la differenza la fa sempre la fantasia. “Il giocatore vince anche grazie alla sua creatività perché l’originalità non è scritta in nessun manuale e di conseguenza non è prevedibile dall’avversario!” Paulesu S.
  • Presa di decisione: “Negli scacchi il giocatore prende una decisione ad ogni mossa: ha la possibilità di scegliere ogni volta tra 4 o 5 alternative. La mossa che sceglierà sarà quella che maggiormente sposa la sua idea di gioco con la quale pensa di poter vincere.” Paulesu S.
  • Problem solving: Gli scacchi sono lo sport che per antonomasia allena la capacità di risolvere problemi. Problemi che vengono studiati e avanzati dall’avversario. Più un giocatore è in grado di risolvere problemi e di crearne all’avversario, più ho probabilità di vincere.
  • Disciplina: Gli scacchi prevedono talmente tante regole (di gioco, di tattica, rispetto all’avversario ecc.) che è considerato un processo naturale l’interiorizzazione di queste, l’assunzione di responsabilità rispetto al proprio gioco e poi la disciplina nella propria vita. 
  • Fiducia in se stessi: “Per fiducia in se stessi intendo sia quella spinta che ti porta a scegliere la mossa giusta tra molte alternative sia la presa di consapevolezza che aumenta dopo aver mosso in modo appropriato.” Paulesu S.
  • Pazienza: “Alle volte si incontrano avversari che ci mettono molto tempo per decidere le loro mosse. In questo caso il giocatore deve adeguarsi al ritmo e allo stile di gioco dell’altro e soprattutto possedere una pazienza per stare attenti agli errori, propri o degli altri.” Paulesu S.

Se faccio Scacchi cosa imparo?

A livello amatoriale

  • Sedersi sulle mani: Viene insegnato ai bambini per imparare a non dar fastidio all’avversario mentre pensa a una mossa; “Inoltre si insegna loro a non toccare tutti i pezzi della scacchiera perché il primo pezzo che tocchi sarà quello che devi muovere.” Paulesu S.    
  • Osservazione dell’altro: È fondamentale per prevedere le sue mosse e metterlo in difficoltà  
  • Memoria: Ricordare schemi di gioco o partite passate sia proprie che dell’avversario è un metodo utilissimo per affrontare la partita al meglio e volgerla a proprio favore             
  • Calcolo: Significa valutare e anticipare nella mente come andrà la partita in base a delle varianti (le varie possibili mosse con cui può rispondere l’avversario e di cui l’avversario deve prevedere la più probabile) 
  • Tre principi generali: 1. Il principio del centro; 2. Sviluppo di tutte le proprie forze; 3. La sicurezza del re

a livello agonistico

Allenamento: Sulle situazioni di gara, sui miei punti deboli e su quelli dell’avversario              
Repertorio: Preparazione di un repertorio di risposte al gioco dell’avversario                            Gestione del tempo: Durante la partita                                      
Obiettività: “Essere consapevole del fatto che ciò che io vedo sulla scacchiera o ciò che io prevedo è possibile che venga visto o previsto anche dall'avversario.” Paulesu S.                      

Curiosità

  • Giocare a scacchi 2vs2: Esiste un gioco di scacchi, chiamato quadriglia, che viene giocato a coppie ma in forma di allenamento perché non esistono competizioni o tornei in questa specifica forma. In genere i due giocatori possono consultarsi prima di fare una mossa contro i due avversari.    
  • Quando iniziare scacchi: “Secondo me si può iniziare a giocare a scacchi a 4/5 anni. Ovviamente a questa età si parla di propedeutica al gioco degli scacchi, infatti deve prevalere l’aspetto ludico, la scacchiera è molto grande (4x4m) ed è necessario basarsi su un buon metodo di insegnamento (es. metodo ideografico in cui si uniscono delle immagini e delle filastrocche per accompagnare la comprensione dei principi base degli scacchi). In queste condizioni i bambini sono perfettamente in grado di giocare.” Paulesu S.               
  • L’orologio: È un elemento caratteristico del gioco degli scacchi e talvolta può essere determinante per vincere una partita. L’orologio ha due quadranti: quando un giocatore preme (dopo aver fatto la sua mossa) si ferma il suo orologio e parte quello dell’avversario e viceversa. Indipendentemente dal risultato della partita, se uno dei due giocatori non ha più tempo da far scorrere,  perde.
  • Un gioco di memoria: Gli scacchi allenano fortemente la memoria. Infatti, ciascun giocatore per le prime 10-15 mosse sta immaginando diverse partite da un repertorio di sue partite modello, sue ma anche di partite dei campioni: in base a come risponde l’avversario, sceglierà quale partita seguire. È come se scegliesse quale sentiero prendere nelle prime 10/15 mosse. Ci sono giocatori che ricordano fino a 100’000 partite. “Inoltre tutte le prime mosse della partita sono codificate, infatti vi è una vera e propria enciclopedia delle aperture. Per esempio le combinazioni nelle  prime 5 mosse sono più di 2000. Ed è difficile ricordarle tutte!” Paulesu S.
  • Negli scacchi ci si rilassa: “Il gioco degli scacchi non deve essere visto solo sotto la luce agonistica. Infatti, è un ottimo gioco per passare del tempo in compagnia, divertirsi e rilassarsi.” Paulesu S.
  • Uno sport inclusivo: La maggior parte dei tornei di scacchi, detti “Open”, sono organizzati in modo tale che chiunque possa partecipare. Infatti non esistono differenze di genere, esperienza scacchistica o disabilità. “In questi tornei puoi vedere giovani principianti che si scontrano con campioni di scacchi, maschi contro femmine, persone disabili contro quelle normodotate. Il bello di questo gioco è che abbatte le barriere di ogni tipo. L’unica cosa che ti serve è la tua mente.” Paulesu S. 
  • L’allenatore: Durante una partita di scacchi è improbabile che ci sia l’allenatore e, anche se ci fosse, non potrebbe in alcun modo confrontarsi o dare istruzioni al suo allievo. Solo quando si gioca a squadre è possibile che il capitano della squadra corrisponda anche all’allenatore e che quindi osservi la partita ma comunque è vietato intervenire durante il gioco se non alla sua conclusione.
  • Miti da sfatare: 1. Gli scacchi sono un gioco complesso: “Non è assolutamente vero! Come qualsiasi altra attività (sportiva e non) si parte dal livello più semplice e ludico per poi, se si è interessati, addentrarsi per gradi nella complessità del gioco”; 2. Sono un gioco lunghissimo: “È vero che ci son partite che durano ore (o mesi: quelle per corrispondenza) ma ne esistono altrettante che durano pochi minuti.” 3. Bisogna essere super intelligenti: “Falso! L’intelligenza è nella media. Ovviamente esistono giocatori talentuosi (come in qualsiasi altro sport) ma non basta. Devono studiare e allenarsi esattamente come tutti gli altri se vogliono vincere.” Paulesu S.


La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Sebastiano Paulesu, Istruttore Nazionale e Consigliere (2012-2016) della FSI (Federazione Scacchistica Italiana), Tutor SNaQ (Sistema Nazionale di Qualifiche) del CONI e Candidato Maestro

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