Kick Boxing
Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.
Muhammad Ali
Dentro un ring o fuori non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra.
Muhammad Ali
Descrizione
La kick boxing prevede tecniche di gambe (es. calci) e di braccia (es. pugni); si distingue da altre discipline (es. thai box) perché non sfrutta i gomiti o certe prese (es. clinch).
È uno sport individuale. Ciononostante il rispetto e il supporto del team sono pregnanti.
parola chiave
Coraggio senza limiti
“Non si tratta di avere il coraggio di affrontare la paura del dolore fisico ma di qualcosa che sta nel nostro profondo…i pugni e i calci sono le ultime cose. L’importante e stare in piedi, muoversi e sentirsi vivere.”
Giannelli L.
Cosa sviluppa?
Capacità motorie
- Forza esplosiva: “È alla base del nostro sport, anche se da sola non basta. Per esempio, se tiro un pugno…non deve essere solo forte ma anche tirato bene. È tutto collegato: se non sono coordinato, non riesco a tirare un pugno forte.” Giannelli L.
- Velocità del movimento: "Il discorso della forza esplosiva, vale ugualmente per la velocità: se non ho una buona coordinazione, la velocità dei movimenti mi serve poco!” Giannelli L.
- Resistenza: “Siccome i match si svolgono ad alta intensità motoria, resistere a livello fisico è importantissimo”. Giannelli L.
- Capacità di equilibrio: “Mi riferisco alla posizione che assumi in qualunque momento del match: deve essere bilanciata perché serve a far partire ed eseguire i movimenti in modo corretto.” Giannelli L.
- Capacità di reazione dei movimenti: Leggi come funziona l’avversario e quasi in contemporanea reagisci. “Si parla di colpo d’occhio: avere la capacità di capire la tecnica o il colpo dell’avversario e produrre una reazione immediata.” Giannelli L.
altre abilità
(Mentali, Valoriali, etc...)
- Concentrazione: Da questa dipende praticamente tutto (capacità di reazione, di esecuzione o di respirazione). “L’atleta deve concentrarsi sull'avversario, sul suo corpo e sulle direttive che gli vengono fornite dall'allenatore all'angolo del ring.” Giannelli L.
- Precisione: Ogni colpo (es. di gamba) corrisponde a un punteggio e deve andare a colpire parti del corpo definite. Più sei preciso, più punti acquisisci;
- Tempo di reazione: Osservo l’avversario e reagisco prima di testa (penso) e poi con il corpo. “Non ci deve essere lo stacco tra la reazione mentale e quella fisica. Pensi e fai. Se pensi troppo rischi di non reagire o di farlo troppo tardi.” Giannelli L.
- Fiducia in se stessi: “Questo sport aiuta a stimolarla perché ti porta ad affrontare le tue paure e a confrontarti con gli altri in un contesto protetto dove la disciplina è tutto.” Giannelli L.
- Rispetto dell’avversario: L’avversario è visto come un mezzo per migliorare se stessi e mettersi alla prova. “In un match di contatto pieno, dove ci sono delle colluttazioni forti, i due avversari alla fine si abbracciano. C’è rispetto tra i team e gli atleti.” Giannelli L.
- Gestione della paura: Questo sport ti insegna a rimanere lucido e ad agire di fronte a una situazione di stress e di paura: se una persona ti aggredisce sai come affrontarla.
Se faccio Kick Boxing cosa imparo?
A livello amatoriale
- Tecniche di difesa: es. schivare, parare
- Tecniche di attacco: es. colpire con braccia e gambe
a livello agonistico
- Tecniche sport specifiche
- Respirare in modo corretto durante il match
- Ascoltare il coach durante il match
Curiosità
- Il vero scontro avviene da grandi: Dai 7 agli 11 anni i bambini fanno “le demo”, ovvero delle simulazioni/dimostrazioni di match dove il contatto è quasi inesistente e non c’è un vincitore; dai 12 ai 15 anni i ragazzi fanno “i light contact” dove inizia l’agonismo, il contatto è leggero e c’è un vincitore; dai 16 anni, l’atleta può decidere se fare contatto leggero o pieno e ci si scontra in base al peso e ai match fatti; dai 18 il contatto è pieno e ci si scontra con persone di tutte le età (ma con lo stesso peso!);
- L’allenatore è fondamentale: L’atleta fa allenamenti specifici per imparare ad ascoltare il coach durante il match: deve avere sempre un canale aperto verso di lui. “Rimanere lucidi sul ring e allo stesso tempo ascoltare solo le parole dell’allenatore è uno degli aspetti più difficili del nostro sport…ma è anche il bello! perché sviluppa un rapporto esclusivo e di fiducia tra i due. Inoltre, in molti casi l’allenatore può risolvere situazioni complicate sul ring perché vede dal di fuori cosa poter fare…se non ha costruito un rapporto autentico con l’atleta è difficile che quest’ultimo si affidi a lui." Giannelli L.
- Se faccio kickboxing mi faccio male: “Non è vero! è probabile che capiti se fai agonismo, ma è raro. Chi inizia a fare questo sport non per forza sale sul ring: può semplicemente venire ad allenarsi, a sfogarsi e imparare ad attaccare e difendersi.” Giannelli L.
- Non usa la violenza: È uno sport che aiuta a sfogare l’energia e l’aggressività all'interno di un contesto protetto che predilige rispetto e disciplina. “Non ci si picchia a caso ma si veicola l’energia con regole precise.” Giannelli L.
La psicologa dello sport di Orangogo ringrazia per la collaborazione Lorenzo Giannelli, Allenatore Fight1
Eventi
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